La grande illusione

                                                                                      

Tra la moltitudine di sogni su cui l'AUC medio riesce a fantasticare spicca, senza concorrenza quello della licenza. Paragonare le licenze ad un sogno è giusto, ma qui alla SMALP sarebbe più esatto parlare di utopia. Comunque, rare e brevissime, anche il 122° ha avuto le sue licenze.

La  prima  storica, la  ottenne  con  il  sudore  ( della paura )  l'AUC  Giordano  che  dopo  aver  trovato  il  coraggio  di  alzarsi  e  rispondere  ad  una  domanda  del  Sign. Colonnello fu gratificato: 3 giorni.

Fino al giuramento più niente; poi lentamente, attraverso mille speranze e mille delusioni, venimmo accontentati almeno una volta.

L'AUC in odor di licenza ( si entra in gioco una settimana prima ) cambia letteralmente il suo modo di vita alla SMALP. Per evitare punizioni ( si può essere puniti fino ad un minuto prima della partenza ) si impone regole ferree: sveglia anticipata per fare cubi perfetti, rasature eccezionali e scarponi lucidissimi. Inoltre si deve riuscire a schivare i servizi più " pericolosi " a qualunque prezzo e si ricorre alla copertura dei compagni di camerata che diventano veri e propri prestanome.

Giunto il magico momento della partenza l'AUC sembra miracolato: tendiniti, vesciche, strappi e influenza scompaiono nel giro di qualche secondo per fare posto ad un fisico da centometrista che corre verso il treno o l'automobile.

La sensazione di gioia che l'AUC prova quando parte per la licenza è decisamente ineguagliabile e unica; tutto in quel momento pare bello ed idilliaco: le ore in treno, la borsa leggera, i soldi spesi in benzina, e sovente non avvisa a casa del suo arrivo per fare una sorpresa alla famiglia.

Gioie immense che spariscono non appena si avvicina l'ora del ritorno per non parlare del momento in cui si mette il piede sul mezzo che ricondurrà l'AUC alla SMALP. Non ci sono aggettivi per descrivere lo stato d'animo di chi rientra dalla licenza: sguardo teso all'infinito, lacrime frenate, silenzio costante e l'incubo di una guardia non appena rientrato.

Unico punto positivo: l'armadietto tattico si arricchisce di qualche specialità regionale e di qualche bottiglia.                                     

Dolce vita alla Smalp

                                                                                

L'abitudine di fare festicciole post-contappello nelle camerate si diffuse presto tra gli AUC del 122°, e in altrettanto poco tempo si passo da uno stato di improvvisazione e disordine ad un ottimo livello organizzativo.

Dall'acqua della borraccia con biscotti e cioccolata dei primi tempi, si passò alle bevande più impegnative e raffinate, bibite di marca e vini pregiati, e , con le prime licenze, ai cibi più ricchi provenienti da ogni parte d'Italia: salami e formaggi ottimamente stagionati, prosciutti, dolciumi e leccornie di ogni genere.

" Fine contrappello 1^ Compagnia....." era il segnale del via: giusto il tempo di mettersi in pigiama e disfare il cubo che la festa poteva cominciare; in men non si dica veniva imbandita una branda ( di solito quella tattica ) intorno alla quale si disponevano gli sgabellini personali.

Una o due pile sapientemente posizionate davano la giusta atmosfera.

Come tovaglia naturalmente un telo tenda. Con il passare del tempo ci si affinò anche sulle giornate migliori. Mai prima di un'uscita, sempre alla vigilia di giorni festivi o non particolarmente faticosi ed al ritorno di uscite altrettanto impegnative. Banchetti famosi ( colombe, panettoni e spumante Berlucchi ) vennero offerti dalle camerate più organizzate al rientro dalla pattuglia propedeutica malgrado il tardissimo orario e gli allagamenti di camerata a causa degli equipaggiamenti inzuppati dalla pioggia, o al termine della 3 giorni di Pollein, giorno in cui i FUX del 122° entrarono nella leggenda........                                     

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